Abstract del Laboratorio

Da alcuni anni il Laboratorio di Progetto "Open Neighborhoods" si propone di leggere, interpretare e rielaborare il valore specifico del Design degli Interni e dello Spatial Design, sondando il vasto campo aperto della ricerca progettuale relativa ai caratteri più profondi e mutevoli dell’abitare, inteso in tutte le sue estensioni, che sono all’origine delle modificazioni urbane. Tale percorso di ricerca ha avuto nel tempo una costante matrice nello sviluppo, in diverse forme, prospettive e luoghi, del concetto di rifunzionalizzazione degli spazi interni ed esterni, in un quadro che abbiamo definito di "evoluzione genetica del metabolismo urbano". Nello specifico il laboratorio NEW INTERIORS 2 (A.A. 208/19) ha affrontato il complesso tema della ricongiunzione attraverso ponti temporanei (strutture prefabbricate a secco), di quei quartieri "spaccati" dalle immense aree degli Scali Ferroviari milanesi abbandonati (nello specifico Scalo Farini, Porta Romana e Porta Genova) e attualmente in via di recupero. In questa ottica "TO BRIDGE" è emerso come sinonimo di "connessione", dove il tema dell'attraversamento è stato declinato dagli studenti in molteplici modi di vivere e raccontare il ponte. I progetti affrontano infatti diverse tematiche: dalla coltura urbana al parco sospeso, dall'esperienza sinestetica allo spazio di narrazione di un quartiere.

30 db. Trenta decibel2020-08-31T23:12:37+00:00

Project Description

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30 db. Trenta decibel

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Insegnamento: Contest Design Studio (Sezione I1)

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Anno accademico: 2019/2020

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Docenti: Giampiero Bosoni, Chiara Lecce, Ico Migliore

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Cultori della materia: Marta Elisa Cecchi, Rossella Forioli, Lucia Frescaroli

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Partner: Direzione urbanistica del comune di Milano

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Studenti: Mattia Barrile, Giovanni Bettinelli, Andrea Escudè, Simone Salcuni

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Il progetto intende isolare il passaggio dall’inquinamento acustico urbano milanese. L’obiettivo principale è quello di avvicinarsi il più possibile ai 30 db oltre che quello di educare e riportare in vita suoni appartenenti alla natura e alla storia dello scalo. Tra i vari riferimenti troviamo il monumento continuo di Superstudio, framework visivo dal quale prende forma una struttura modulare costituita da tubi dalmine. I materiali sono stati scelti in coerenza con le necessità funzionali di fruibilità e isolamento acustico oltre che rispettando la volontà di creare un contrasto tra l’immaginario cantieristico del tutto rumoroso e il silenzio meditative che invece si presenta all’interno della nostra struttura. Le installazioni sonore, il cui intento è quello di offrire delle esperienze immersive ai passanti, si sviluppano secondo una processione continua il cui segno è amplificato e supportato dalla grafica e dal sistema d’illuminazione.

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